"C'era una volta un grande guerriero di nome Wong Long." (o
Wang Lang) "Il suo valore era senza pari e ovunque era riconosciuto come il Maestro. L'uomo era sempre in cerca di nuove sfide per provare la propria superiorità. Una volta, dopo aver sconfitto un formidabile avversario, mentre si gloriava della propria potenza, udì il nemico che diceva: <<Tu pensi di essere un grande combattente, Wong Long, perchè mi hai battuto; ma per essere un vero campione devi riuscire a sconfiggere gli umili monaci del
monastero Shaolin, perchè in verità essi sono i più grandi combattenti di tutti>>.
<<Chi sono questi Shaolin?>>, chiese Wong Long.
<<Dove posso trovarli per poterli battere?>>.
<<Si trovano a nord, ai piedi dei monti Shangshon. Ma non ti servirà a niente trovarli, perchè essi non possono essere sconfitti>>.Il guerriero ferito annaspò ed esalò l'ultimo respiro.
L'arrogante Wong Long si mise in viaggio e ovunque sentiva parlare di questi invincibili combattenti. Alla fine giunse ai piedi del monastero Shaolin. Bussò al portone e chiese di entrare. Il portone venne aperto da un umile servo con in mano una scopa. Wong Long dichiarò la sua intenzione di sfidare il più grande campione del monastero, al che il servo gli scoppiò a ridere in faccia, spinse il guerriero in strada e gli sbattè il portone in faccia.
Il guerriero viaggiò ancora in lungo e in largo, e studiò per molti anni come migliorare la propria abilità finchè non si sentì sicuro di essere diventato il più grande combattente che il mondo avesse mai visto. Tornò al tempio e, trovatosi di fronte il medesimo servo, lo sconfisse facilmente, continuando a fare lo stesso con tutti i monaci del tempio, finchè, finalmente, si confrontò con il Gran Maestro, che però lo battè tranquillamente. Ancora una volta venne gettato in mezzo alla strada. Il guerriero disperato, si inoltrò nel deserto e si sedette sconsolato a meditare sul proprio insuccesso. Mentre era seduto, vide davanti a sé una mantide religiosa che combatteva contro uno scarafaggio. Riamase affascinato dalla tecnica della mantide. Prese un ramoscello e punzecchiò l'insetto per osservare meglio la sua tecnica. Alla fine egli sviluppò una danza in cui emulava la mantide, con tutta la sua bravura, velocità e astuzia.
L'uomo tornò al monastero e lanciò di nuovo la sua sfida. Tutti i monaci vennero sconfitti e si trovò nuovamente a confrontare il Gran Maestro. Combatterono valorosamente, ma la sua tecnica innovativa della mantide religiosa si dimostrò essere superiore. Il guerriero stava avendo la meglio sul Maestro, ma, in ultimo, avendo imparato da Wong Long mentre combattevano, assimilò la nuova tecnica e riuscì a batterlo. A quel punto Wong Long abbandonò la sua arroganza e si offrì di servire nel tempio: era perciò nato lo stile Shaolin di combattimento della Mantide Religiosa.
La chiave di questo racconto, e perciò il suo potere, non risiede nella mantide religiosa, ma nell'atto di assimilazione, che richiede apertura mentale, e nell'umiltà che Wong Long raggiunge alla fine." (D.C/C.E. - Spirit of Shaolin - 1991)