Qui di seguito riportiamo un approfondimento legato alla pratica del Meihuaquan. Nell'articolo “MEIHUAZHUANGQUAN - LA PRATICA SUI PALI DEL PUGILATO DEL FIORE DI PRUNO” è stata riportata l'espressione 凌寒傲霜 (Líng hán ào shuāng) presa dall'antico volume del metodo dei pali del pugilato del fiore di pruno. Tale espressione descrive le caratteristiche del praticante di Meihuaquan e la sua tenacia nelle condizioni avverse descrivendo il fiore che non ha paura del gelo, della neve e del freddo intenso ovvero cercando di spiegare che quanto più difficili sono le condizioni esterne, tanto più energici si sarà. La metafora indica quindi la capacità di non mostrare debolezza o paura di fronte alle difficoltà e alle sfide dopo un lungo addestramento.
Nel Meihuaquan la pratica è un aspetto quanto mai fondamentale dell'arte marziale e a tale proposito sarà utile al praticante approfondire questo concetto con la conoscenza di due elementi che ne descrivono l'importanza.
Il primo è un proverbio delle arti marziali cinesi che recita: 要练惊人艺,须下苦功夫 yào liàn jīngrén yì, xū xià kǔ gōngfū cioè: "desiderando allenare un arte che stupisca, si dovrà sforzarsi per lungo tempo".
La seconda espressione è legata alla medicina tradizionale cinese che riporta una teoria come spiegata da Wu Zhiqing cioè "chi pratica l'arte del pugilato utilizza i giorni più caldi dell'anno e quelli più freddi (三伏三九 sānfú sānjiǔ) come periodi migliori per allenare l'abilità". Concentrandoci sul periodo più freddo "chi allena l'abilità usando anche questo periodo come momento migliore, protegge il corpo sopportando la atrofia ed il freddo intenso."
La pratica del Meihuaquan nasce come pratica all'aperto e come attività motoria dei contadini, perciò segue e rispetta i ritmi delle stagioni e del lavoro nei campi.
Nelle campagne cinesi abbiamo osservato inoltre che la pratica sui pali ha in alcuni casi ha come primo approccio l'utilizzo di tazze capovolte sul terreno. Un metodo più semplice rispetto ai pali e che aiuta i praticanti a sviluppare le abilità che saranno richieste in seguito. La pratica successiva infatti prevede esercizi su pali di varia altezza e disposti generalmente secondo i due schemi accennati nell'articolo precedentemente.
Questi schemi dei pali sui quali abbiamo avuto modo di fare pratica anche noi con il maestro Meng vengono descritti in un manuale datato tra il 1700 e il 1800 a prova di un utilizzo più antico e non di un inserimento recente nella pratica.
Un ringraziamento al maestro Enrico Storti per il contributo dato a questo articolo di approfondimento.