5 aprile 2021

PRATICA RELIGIOSA E MARZIALE NEI VILLAGGI CINESI: ASPETTI RITUALI DELLE ARTI MARZIALI CINESI TRADIZIONALI

 

“Religious and Martial Practice in Chinese Villages: Ritual Aspect of Traditional Chinese Martial Arts”, Dr. Ernest Kozin, Sourasky Central Library, Tel Aviv University, Israel

Pubblicato in origine nel libro “Traditional Martial Arts As Intangible Cultural Heritage”, Living Heritage Series, Published by ICHCAP, 95 Seohak-Ro, Wansan-Gu, Jeonju / ICM, 577, Geumneung-dong, Chungju-si, Chungcheongbuk-do, 27438 Republic of Korea, Jeollabuk-do, 55101 Republic of Korea, 2020, ISBN 979-11-969642-2-1

Tradotto da Storti Enrico, con il permesso dell’autore e della sua Università.

Il testo originale non conteneva note, né ideogrammi (a parte due), che sono un aggiunta del traduttore. Alcune immagini sono state aggiunte dal traduttore per evidenziare alcuni concetti o informazioni.

Introduzione

Le arti marziali cinesi presentano una combinazione unica di combattimento sia a mani nude che con armi, con esercizi calistenici, esercizi di respirazione, tecniche di meditazione ed elementi della medicina tradizionale cinese. Fu nel tardo periodo imperiale della storia cinese (dinastie Ming e Qing, 1368-1912) che il combattimento popolare a mano nude divenne un sistema multiforme con caratteristiche che anvano oltre la ristretta struttura del semplice combattimento. Le fonti testuali sopravvissute attestano che durante il periodo di transizione Ming-Qing, le arti marziali erano percepite da molti praticanti come una pratica religiosa. Sia i taoisti che i buddisti si sono spesso rivolti all'addestramento per il combattimento a mano nuda nel tentativo di raggiungere vari obiettivi religiosi, che si trattasse di illuminazione spirituale o immortalità. Tuttavia, come suggeriscono prove testuali scoperte di recente, è stata la religione popolare cinese a rivelare le relazioni più intime con la pratica delle arti marziali.


Quelle che precedono sono le pagine di una versione del Soushenji prese dal sito della Cambridge University che contengono la storia di Song Daxian che combatte il Fantasma 宋大贤斗鬼. Le pagine si leggono da destra a sinistra e le righe dall’alto verso il basso.


Parte inseparabile della cultura cinese, la tradizione del combattimento a mano nuda autoctono era (ed è tuttora) profondamente radicata nella vita rurale, e si manifestava in modo particolarmente vivido nelle usanze religiose e nelle attività rituali dei villaggi. La religione popolare, un sistema molto intricato a sé stante, contiene un evidente elemento marziale. Ad esempio, si crede fermamente che l'impiego della forza fisica diretta contro i poteri soprannaturali malevoli non sia solo possibile, ma a volte sia efficace quanto qualsiasi altro mezzo protettivo rituale, come zhou (incantesimi) e fu (talismani). La credenza popolare che gli esseri umani possano sconfiggere gli spiriti maligni a mani nude si riflette nelle fonti letterarie già nel IV secolo d.C. Una storia inclusa in Soushen ji 搜神记 (Alla ricerca del soprannaturale), compilata da Gan Bao 干宝 (280? –336), ne è un esempio. Secondo il racconto, durante la notte in un padiglione infestato, un certo Song Daxian 宋大贤 è stato sfidato da uno spirito malvagio a un incontro di combattimento a mano nuda ed è riuscito a uccidere il fantasma usando una tecnica di presa:

Il fantasma se ne andò, solo per tornare qualche tempo dopo. "Dobbiamo ora impegnarci nel combattimento a mano nuda?" ha detto. "Molto bene", rispose Daxian, e prima che queste parole venissero pronunciate, il fantasma era davanti a lui, ma era così stretto intorno ai lombi che poteva solo piangere per l'angoscia "Sto morendo!" Daxian procedette, uccidendolo alla fine. La mattina dopo, vide che era una vecchia volpe.

(leggermente modificato da De Groot, [1910] 1964: 595–596)

Immagine che corredava un articolo che descriveva la storia di Song Daxian che combatteva con il Fantasma 宋大贤斗鬼

La storia di Gan Bao può essere considerata un primo esempio di esorcismo eseguito mediante arti marziali. Ancora oggi, le cerimonie e le celebrazioni religiose sono accompagnate da gruppi di artisti marziali che dimostrano varie routine di combattimento a mano nuda nei cortili dei templi, purificando il suolo sacro dagli spiriti maligni. Divinità marziali come Xuanwu (Guerriero Oscuro), Sun Wukong, Guan Yu, Jingang Shen 金刚神(Divinità Attendente di Buddha), Li Nezha e molte altre sono considerate dagli abitanti dei villaggi particolarmente potenti quando invocate nel corso di rituali di esorcizzazione; questi rituali includono vari tipi di armi tradizionali, come spade, alabarde, lance e così via. I templi locali servivano spesso come terreno di addestramento popolare per gli istruttori di arti marziali e i loro discepoli. Il rapporto tra religione locale e pratica marziale durante la tarda era imperiale (cioè, nel periodo di tempo in cui le arti marziali tradizionali presero la loro forma attuale), merita particolare attenzione, poiché il problema della violenza nella Cina premoderna sta diventando un importante argomento di ricerca nel campo degli studi storici, antropologici e religiosi. Un numero crescente di pubblicazioni accademiche (vedi, ad esempio, Naquin, 1981; Esherick, 1987; Katz, 1995; Ter Haar, 1998; Shahar, 2008; Boretz, 2011; Meulenbeld, 2015) mostra un crescente interesse scientifico per le interazioni marziali ( che sono violente per definizione) e religiosa (che a volte possono apparire bellicose e sanguinose) nella Cina tardo imperiale.

Il Manoscritto dell'Henan ed i Suoi Autori

Mappa del distretto di Zhengzhou in Henan a cui appartiene la "Contea" di Gongyi che si trova nel cofine Nord Ovest

Nell'affrontare argomenti come quelli sopra menzionati, gli studiosi sono spesso ostacolati da un grave problema metodologico, vale a dire la mancanza di prove documentali affidabili. Le tecniche di combattimento a mano nuda si sono evolute tra gli strati analfabeti della popolazione e raramente sono apparse all'élite istruita cinese come materia degna di riferimento. Quindi, alla luce di tale insufficienza di dati originali, il manoscritto recentemente scoperto discusso in questo saggio potrebbe far luce sulle interrelazioni tra le arti marziali cinesi e la religione popolare nella
Cina rurale del nord.
Risalente al tardo periodo Qing (1644-1912), il manoscritto ha avuto origine in uno dei villaggi che circondano il monastero di Shaolin, il rinomato centro buddista di arti marziali nella provincia di Henan. Come mostra un'analisi testuale preliminare, il manoscritto scoperto è un frammento di una guida enciclopedica sulle arti marziali che, presumibilmente, non esiste più. A causa dei riferimenti sparpagliati nel testo, si può intuire che il titolo del libro fosse Manuale del Metodo di Combattimento del Sistema Famigliare (Quanfa tongzong pu 拳法统宗谱1). È difficile datare il Manuale con precisione: le date nel frammento superstite coprono il periodo dal 1885 al 1907.

Una parte importante del manoscritto dell'Henan include un indice del Manuale perduto e una serie di prefazioni. Secondo questa parte del testo, il Manuale conteneva informazioni dettagliate su vari stili di arti marziali, la maggior parte dei quali erano e sono tuttora ampiamente conosciuti e praticati nel nord della Cina. Il libro era illustrato con rappresentazioni di tecniche di pugni e armi, nonché con diagrammi anatomici e di agopuntura. Presentava anche formule in rima, poesie, discorsi teorici sulle categorie filosofiche tradizionali come qi-energia, yin yang e wu xing (cinque fasi). Quindi, come nuova prova testuale, il manoscritto dell'Henan fornisce materiale primario unico per un'indagine approfondita sull'addestramento marziale nella Cina settentrionale tardo imperiale.

Ancora più significativo, il manoscritto rivela l'intima relazione tra la pratica marziale e religiosa nei villaggi cinesi. Le arti marziali cinesi si sono evolute all'interno di una cornice culturale unica e in costante contrasto con le attività rituali popolari. Un esame superficiale della struttura del manoscritto fornisce una buona indicazione di questo. La parte iniziale del testo presenta una raccolta di resoconti di scrittura spirituale, incantesimi e descrizioni meticolose di cerimonie di esorcismo violento con immagini di incantesimi magici protettivi. Incantesimi simili furono impiegati dai Boxer (Yihetuan) nei rituali di invulnerabilità durante la Rivolta dello scorso XIX secolo. Inoltre, il principale insegnante di arti marziali e protagonista dell'intera opera funziona anche come un partecipante attivo di sedute spiritiche, forse come mezzo spirituale. Questo singolare fenomeno dimostra un altro tipo di legame tra credenze popolari e arti marziali tradizionali.

Il frontespizio del manoscritto dell'Henan © The Shaolin Monastery

Due dei quattro talismani allegati al manoscritto © The Shaolin Monastery

L'intero manoscritto ruota attorno alla figura di Li Jingchuan 李景川 (1835–?), Nativo del villaggio di Xiaoxiang 小相村, contea di Gongyi 巩义, provincia di Henan. Il testo ci dice che Li era un esperto artista marziale che aveva studiato combattimento a mano nuda sotto la tutela di tre maestri, due dei quali erano membri di una setta locale chiamata Huanglian Jiao 黄莲教 (Dottrina del Loto Giallo). Più tardi Li Jingchuan si dedicò alla raccolta di vecchi trattati di arti marziali e, alla fine, compilò il voluminoso Manuale Pugilistico.

Durante l'estate e l'autunno del 2016, ho fatto diversi viaggi nei distretti rurali della provincia di Henan, con l'obiettivo di trovare i discendenti delle persone menzionate nel manoscritto e conoscere la tradizione marziale e la vita religiosa della zona. Il mio principale informatore nel villaggio di Xiaoxiang era il signor Li, vicepresidente del comitato editoriale della genealogia della famiglia Li (Lishi Jiapu 李氏家谱 , 2009) e, per una fortunata coincidenza, un discendente diretto di Li Jingchuan. Secondo il signor Li, negli ultimi dieci anni la famiglia Li del luogo ha fatto molti sforzi per restaurare i vecchi edifici di famiglia e studiare la storia del clan. Questa attività comune è probabilmente ciò che ha reso noto il nome di Li Jingchuan agli attuali abitanti del villaggio: il signor Li l'ha trovato facilmente nella genealogia tra i rappresentanti della 14a generazione e mi ha guidato alla casa dove un tempo viveva il maestro. . Tra le varie reliquie di famiglia che mi sono state mostrate, l'unico oggetto esistente tra gli strumenti di allenamento di Li Jingchuan era un peso di pietra per il sollevamento di 110 libbre (50 kg) utilizzato per sviluppare forza fisica e resistenza.


Li Jingchuan’s lifting stone weight© Gili Kozin-Ulmer

due discendenti diretti di Li Jingchuan di fronte all'ingresso della sua abitazione © Gili Kozin-Ulmer

Vestigia del cortile di addestramento di Li Jingchuan© Gili Kozin-Ulmer

Secondo i miei informatori, dalla fine dell’epoca Ming fino all’epoca Qing i rappresentanti del ricco clan Li ebbero la reputazione di filantropi locali e furono attivi promotori dell'educazione tradizionale confuciana. Come ha ricordato uno degli anziani membri del clan Li, riferendosi alle parole dei suoi genitori, alla fine dei Qing e per tutto il periodo Repubblicano la famiglia Li gestiva una scuola locale per i bambini del villaggio e un cortile per l'addestramento alle arti marziali. Li Jingchuan, che, secondo i racconti dei suoi seguaci, "fin dalla sua giovinezza imparò i classici confuciani ... ma era costantemente preoccupato per gli scritti privi di significato che sono privi di uso pratico ", probabilmente aveva solo un'istruzione limitata.

Rituali Marziali e Arti Marziali

Una caratteristica unica del manoscritto dell'Henan è che esso fornisce un singolare esempio di scritti religiosi e marziali mescolati insieme in un manuale di combattimento a mano nuda. Il manoscritto include i resoconti di tre rituali di scritture spiritiche che hanno avuto luogo nel 1903 e nel 1904 in un villaggio nella parte nord-orientale della provincia di Henan. La pratica della scrittura spirituale, che può essere fatta risalire alla dinastia Song (960-1279), occupa un posto centrale nella religione popolare cinese. Ha avuto origine come rituale di divinazione popolare e ha gradualmente guadagnato popolarità nei circoli letterari. Durante la seduta rituale, si crede che lo spirito di un essere divino (dio, immortale, eroe popolare divinizzato, ecc.) possieda il medium, che poi parla o scrive a scopo di guarigione, predizione o istruzione morale. Inoltre, la seduta richiede la presenza di un lettore che legga e richiami i caratteri tracciati dal medium su una superficie ricoperta di sabbia o farina, e di uno scrivano che registri il testo rivelato su carta (Jordan e Overmyer, 1986, p. 37 ).

Questo è un incantesimo intitolato "gli otto grandi Vajrapani chiudono la porta dell'illuminazione 八大金刚锁法门"

Come risulta dal testo del manoscritto, Li Jingchuan partecipava attivamente alle sedute spiritiche, forse in qualità di medium. Nel corso di ogni seduta spiritica, i partecipanti al rituale, la maggior parte dei quali erano licenziati - rappresentanti del rango più basso nella classe dei letterati d'élite - invocavano lo spirito di Zhang Qingdong 张清栋, il defunto mentore di boxe di Li Jingchuan. Uno degli incantesimi descritti nel manoscritto dell'Henan che è stato "conferito dall'insegnante immortale Zhang" durante la seduta spiritica recita:

I Quattro Grandi Generali Celesti, gli Otto Grandi Vajrapani, i Cinque Spiriti Sacri di Buon Auspicio, i Tredici Grandi Re, Li Cunxiao Corpo di Ferro, si uniscono per proteggermi in modo che i fantasmi non invadano il mio corpo. A nome dell'Altissimo Lord Lao1, esegui immediatamente il mio ordine, in conformità con la legge!

i quattro grandi sovrani del Cielo 四大天王

La maggior parte delle divinità menzionate nell'incantesimo sono dèi guerrieri o eroi popolari marziali divinizzati. "Quattro Grandi Generali Celesti" può riferirsi ai quattro principali Dei del Tuono, mentre "Cinque Spiriti Sacri di Buon Auspicio" probabilmente corrisponde ai Re Divini dei Cinque Quarti. Entrambi i gruppi sono venerati come comandanti degli eserciti spirituali che vengono convocati in rituali protettivi (Meulenbeld, 2015, pp. 68-69). Vajrapāṇi (cinese: Jingang shen) è una divinità marziale buddista. È ritratto come un potente guerriero dall'aspetto feroce, che brandisce un vajra (jingang) o fulmine. Vajrapāṇi appare da solo o come due spiriti guardiani che si trova/no su ciascun lato dell'ingresso del tempio. Nel monastero di Shaolin, questo dio era stato venerato come dispensatore di forza fisica (Shahar, 2008 pp. 37–42). "Tredici Grandi Re" molto probabilmente si riferisce agli eroici Tredici Sommi Protettori (Shisan Tai Bao 十三太保). Questi erano tredici valorosi guerrieri che servirono il signore della guerra Li Keyong 李克用 in qualità di figli adottivi. Li Keyong (856–908) era il governatore militare nello Shanxi settentrionale durante la tarda dinastia Tang (618–907) e il padre dell'imperatore Zhuangzong del Tardo Tang (923–937).

Rappresentazione di Li Cunxiao 李存孝 che brandisce un Pennello Stretto tra le Nocche delle Dita (笔捻挝). Questi Tredici Sommi Protettori, provenienti dalla famiglia Li, sono spesso rapprasentati nell’Opera Cinese.

Li Cunxiao 李存孝 (att. 894) era uno dei Tredici Sommi Protettori, un figlio adottivo di Li Keyong. A seguito di intrighi e rivalità con un altro figlio adottivo di Li Keyong, Li Cunxiao si unì ai nemici di suo padre, ma essendo stato sconfitto da Li Keyong fu imprigionato e giustiziato come ribelle. È straordinario che un uomo che ha apertamente violato i principi fondamentali della pietà filiale e della lealtà si sia trasformato in un eroe popolare e in una divinità invocata dai letterati confuciani. Apparentemente, sono state le abilità marziali di Li Cunxiao e la sua reputazione di combattente spietato ad attrarre i praticanti di arti marziali. La sua sfida durante un assedio esemplifica questo:

[Dopo] essere arrivato, Li Cunxiao con cinquecento cavalieri scelti circondò l'accampamento Bian e gridò: “Noi… siamo venuti per oziare. Mangeremo la carne dei tuoi soldati paffuti; ordina, quindi, ai più grassi di uscire e combattere. " (Sima [1084] 2001, p. 258: 6)

Tale spavalderia non aveva solo lo scopo di spaventare il nemico fino alla sottomissione. Come ha dimostrato Meir Shahar, il cannibalismo rituale era effettivamente praticato all'inizio della Cina come forma autorizzata di violenza politica, quando i guerrieri Zhou smembravano e mangiavano i loro nemici sconfitti. In tutta la storia cinese, compreso il periodo relativamente recente della Rivoluzione Culturale, mangiare la carne dei rivali sarebbe servito a umiliare gli avversari prostrati e allo stesso tempo a consolidare la vittoria e rafforzare i legami di fratellanza tra i guerrieri (Shahar, 2015, pp. 9-12).

Ye Chenglan 叶盛兰 interpreta Li Cunxiao 李存孝

Anche il soprannome di Li Cunxiao "Corpo di Ferro" (tieti 铁体) è significativo, poiché potrebbe indicare che l'incantesimo faceva parte della tecnica di invulnerabilità nota come camicia di tessuto di ferro (tiebushan 铁布衫). Incorporata nella pratica delle arti marziali durante il tardo periodo imperiale, questa tecnica è ancora diffusa nelle moderne scuole di combattimento a mano nuda con il nome generico di "coltivazione dura del Qi " (ying qigong 硬气功). Il metodo prevede di martellare il corpo con intensità gradualmente crescente con attrezzi di varia durezza (pestelli di legno, mattoni cotti, aste di metallo, ecc.), Accompagnati da esercizi di respirazione. Tradizionalmente si credeva che alcuni risultati potessero essere raggiunti dopo diversi anni di formazione ininterrotta.

Nella seconda metà del tardo periodo imperiale, la tecnica della Camicia di Ferro fu adottata da membri di vari gruppi di ribelli millenaristi, come i Boxer. I settari migliorarono la loro pratica della Camicia di Ferro con un appello ai poteri soprannaturali per riceverne assistenza. Si credeva che le divinità marziali e gli eroi popolari divinizzati, invocati per mezzo dei talismani e degli incantesimi, discendessero sulla persona, possedendo il suo corpo e rendendolo impenetrabile a spade, lance e persino proiettili. Di conseguenza, ci si aspettava che l'effetto desiderato si manifestasse dopo un periodo di addestramento molto più breve, a volte solo due o tre giorni dopo il rituale di iniziazione. In questi casi, battere il corpo con oggetti duri e affilati divenne, in sostanza, una prova di devozione religiosa piuttosto che un esercizio di rafforzamento di routine (Esherick, 1987, p. 106).
Nel testo del manoscritto dell'Henan, Li Jingchuan è esaltato come un abile artista marziale e un instancabile tutore. I 26 stili di combattimento a mano nuda menzionati nel testo illustrano la vasta esperienza di combattimento di Li Jingchuan, e allo stesso tempo riflettono la varietà della pratica delle arti marziali nella Cina settentrionale rurale nella tarda era imperiale. Prendendo in considerazione il lasso di tempo fornito dal Manuale, si nota che il regno di Guanxu (1875-1908) ha assistito a una cospicua proliferazione di stili di combattimento a mani nude. Nel presente saggio, a causa dei limiti di formato, mi riferisco solo agli stili più rilevanti per l'argomento principale di questa discussione.

Fuzi Quan 父子拳 (Pugilato Padre-Figlio)

Questa tecnica, comunemente conosciuta oggi come Meihua Quan 梅花拳 (Pugilato del Fiore di Prunus mume) è ancora ampiamente praticata nelle zone rurali della Cina settentrionale. Il nome "Fiore di Prunus mume" si riferisce alla caratteristica principale dello stile - una routine di allenamento che si svolge lungo cinque linee rette che si irradiano verso l'esterno da un punto centrale. Lo stile ha ricevuto il suo nome dal metodo di spostamento che sarebbe simile a un fiore e dalle cinque posizioni di base che corrispondono ai cinque petali del fiore1.

Per quanto riguarda l'epiteto fuzi (Padre e Figlio), secondo la tradizione del Meihua Quan è stato aggiunto per enfatizzare il modo di trasmettere le abilità di combattimento manuale esclusivamente attraverso il lignaggio dei genitori all'interno di una singola famiglia2. Il Meihua Quan era praticato nella provincia di Henan già nel XVII secolo, come risulta da un manuale sopravvissuto intitolato “Introduzione alla pratica marziale” (Xiwu xu, 1742), scritto da Yang Bing (nato nel 1672). Nel diciannovesimo secolo, il Meihua Quan apparve nei documenti ufficiali di Qing non solo come una scuola di combattimento a mano nuda, ma anche come una società religiosa con una propria dottrina e una pratica spirituale distinta. Mentre alcuni membri di questa associazione, chiamata Meihua Quan Jiao (Insegnamento del pugno dei fiori di Prunus mume), erano impegnati nelle arti marziali, altri operavano come guaritori e maestri di rituali specializzati in rituali di combustione dell'incenso (Zhou, 2015, p. 12). Durante un viaggio di ricerca sul campo nell'ottobre 2016 nelle aree rurali della contea di Guangzong, Hebei, ho avuto l'opportunità di osservare una di queste cerimonie, che si è svolta nel tempio ancestrale di una filiale locale della Società del Fiore di Pruno. Il tempio stesso era una stanza minuscola e buia nella casa privata del capo maestro del Meihua Quan. Sull'altare antico, diversi bruciatori di incenso erano posti davanti a una fila di tavolette con i nomi dei patriarchi Meihua. La cenere d'incenso ammucchiata nei bruciatori; come ho capito in seguito, la cenere è stata intenzionalmente lasciata lì per un uso rituale. Accanto al capo maestro, una persona anziana ha partecipato alla cerimonia, che sembrava piuttosto semplice: è stato acceso l'incenso e i due uomini si sono inginocchiati davanti all'altare, cantando a bassa voce.

L'altare nel vecchio tempio della Società di Meihua Quan © Gili Kozin-Ulmer

Dopo la cerimonia, quando ho tirato fuori un po 'di denaro dalla mia tasca per fare una donazione simbolica (che era una somma di denaro piuttosto piccola, ma, come mi ha detto in seguito la mia guida cinese, per gli standard locali sembrava un gesto stranamente generoso), l'uomo anziano mi ha informato che non c'era bisogno di beneficenza. Tuttavia, ha aggiunto, se lo desideravo, sarebbe stato felice di eseguire un rituale di guarigione per la mia famiglia in segno di gratitudine per la mia generosità. Poi ha chiesto l'età della persona più anziana della mia famiglia. Gli ho detto che questa era mia suocera, che a quel tempo aveva quasi 80 anni. Raccogliendo e accendendo un fascio di sottili bastoncini d'incenso, il vecchio eseguì il kow-tow 叩头 davanti all'altare, tenendo l'incenso con entrambe le mani, e recitò brevemente dei mantra. Quando il canto finì, lui si alzò ed esaminò il mozzicone di incenso fumante da tutti i lati. Indicando una serie di bastoncini luminosi, mi informò che mia suocera aveva recentemente avuto problemi con lo stomaco, le ginocchia e il rachide cervicale, sintomi che, considerando la sua età, erano abbastanza prevedibili, ma comunque sorprendentemente accurati. Se ho capito bene la sua ulteriore spiegazione, i bastoncini di incenso rappresentavano gli organi interni e varie parti del corpo umano. Il maestro rituale stimava le funzioni degli organi in base alle caratteristiche dei corrispondenti bastoncini di incenso.

Uno degli altari nel Nuovo tempio della Società di Meihua Quan © Gili Kozin-Ulmer

Quando il rituale fu finito, mi preparavo a lasciare il tempio - a quel punto l'anziano della setta mi si è avvicinato e mi ha detto: “Posso dire che al momento anche tu hai un problema; vale a dire, difficoltà finanziarie. È vero?" Questo era, ovviamente, vero. "Smettila di spendere soldi con noncuranza e la ricchezza verrà da te." E con questo, mi porse una minuscola busta di carta gialla con caratteri scritti a mano che recitavano "la santa medicina" (聖藥). “Questo è il rimedio per tua suocera. Lascia che metta un dito di questo nel suo tè ogni mattina per dieci giorni, e sicuramente migliorerà! " La busta conteneva apparentemente le ceneri dell'incenso prelevate dall'altare.

Erlang Danshan Quan 二郎担山拳(Pugilato di Erlang che Trasporta Montagne)

rappresentazione della figura mitologica Erlang Danshan

Il nome della tecnica successiva menzionata nel manoscritto, Erlang danshan quan (pugno di Erlang Trasporta Montagne), deriva dalla storia popolare "Erlang trasporta montagne e insegue il sole" 二郎担山赶太阳. Il mito racconta come un eroe di nome Erlang, portando montagne con un palo da spalla, inseguì i tanti soli che avevano bruciato la Terra. Dopo aver catturato i soli, Erlang li sottomise premendo su di loro con le montagne. Evidentemente ispirati dall'impressionante immagine iconografica di questa prodezza di forza, gli adepti delle arti marziali l'hanno usata per descrivere una tecnica di combattimento a mano nuda. Il colpo con entrambe le mani tese orizzontalmente in direzioni opposte ha richiamato nell'immaginazione del praticante il palo infrangibile da spalla del potente eroe Erlang. Una immagine mentale così potente, a prescindere dalla sua funzione mnemonica, potrebbe conferire ulteriore carica psicologica all'esecuzione della tecnica, aumentandone l'efficacia. Si potrebbe ipotizzare che questo sia un elemento delle tecniche di visualizzazione adottate dalle pratiche del buddismo tantrico. L'autoidentificazione con una divinità, in ogni caso, faceva parte delle tecniche di meditazione daoista progettate per combattere gli spiriti maligni nei rituali di esorcismo. Questo metodo differisce concettualmente dalla cerimonia della possessione spirituale, che implica che una divinità discenda dall'esterno sulla persona, sostituendo il sé umano e assumendo il controllo del corpo.

Nell'immagine il celebre maestro di Meihuaquan, Han Qichang, esegue Danbianshi 单鞭势, anche detta Shunshi 顺势 ed in alcuni casi Erlang Danshan

Esiste anche uno stile di wushu che si chiama Erlangquan 二郎拳, nell'immagine un frammento di un articolo che presenta una sequenza intitolata Erlangquan, pubblicato nel numero 8 del 1984 della rivista Wulin 武林, pp. 41-43

Rituale e Legittimazione Marziale

Nel corso del mio lavoro sul manoscritto dell'Henan, è sorto il problema del ruolo delle sedute spiritiche registrate nella loro interezza in questo manuale di arti marziali. Per rispondere a questa domanda, torniamo ancora una volta alla cerimonia (al rituale). Sembra che Li Jingchuan, un abile insegnante di arti marziali e, forse, medium, “inviti” lo spirito del suo defunto, ora immortale, insegnante Zhang Qingdong. Nel corso delle sedute spiritiche, il defunto tutore, su richiesta del suo discepolo Jingchuan, passa le dottrine, i talismani e gli incantesimi per la protezione del corpo alla ristretta cerchia dei partecipanti. È significativo che, all'inizio della prima seduta spiritica, l'immortale richiami il proprio patriarca-maestro, autorizzando con questo il lignaggio della successione: dal Patriarca – attraverso il maestro immortale Zhang – a Li Jingchuan. Tale lignaggio potrebbe essere servito come prova incontrovertibile dell'autenticità degli insegnamenti, trasmessi da Li Jingchuan ai suoi stessi studenti. In virtù della sua inclusione in un manuale di arti marziali, le rivelazioni ricevute nelle sedute spiritiche sono passate dall'essere istruttive a inestimabili, santificate da un insegnante immortale: una lettera credenziale. Il Manuale, consegnato al più vicino allievo del maestro Li, legittimava spiritualmente e consacrava il suo diritto di trasmettere l'insegnamento. Pertanto, le registrazioni della scrittura spirituale funzionano nel libro come documenti che certificano la genuinità del lignaggio di Li Jingchuan. Inoltre, ipoteticamente, questi racconti potrebbero rappresentare una cerimonia di “trasmissione genuina” 正传, documentata in situ: lo spirito, a quanto pare, nel corso della seduta spiritica sceglie e annuncia il degno successore.

Conclusioni

L'amalgama di religione e pugilato divenne una caratteristica unica delle arti marziali cinesi tardo imperiali. Il combattimento a mano nuda tradizionale cinese è stato considerato dai praticanti come potente mezzo rituale usato per raggiungere vari obiettivi religiosi. Come suggeriscono prove testuali scoperte di recente, la religione locale cinese rivela le relazioni più intime
con la pratica delle arti marziali. La tradizione del combattimento a mano nuda si intersecava con la vita rurale, con elementi di ciascuno presi in prestito e poi incorporati nell'altro. Dati testuali sopravvissuti e materiali etnografici contemporanei suggeriscono che almeno dalla tarda era imperiale fino ad oggi, le arti marziali tradizionali e la religione locale cinese sono state pratiche intrecciate.

Note del Traduttore Enrico Storti

1 - Abbiamo trovato anche questa versione del titolo: 拳法统宗绪, cioè Introduzione al Metodo di Pugilato del Sistema Famigliare

2 - Questo è un chiaro riferimento a Laozi nel suo nome deificato Taishang Laojun 太上老君

3 - In realtà nel Meihuaquan, solitamente, si utilizzano otto direzioni corrispondenti agli otto trigrammi. Quando si parla di metodi di spostamento o “footwork” si indicano nel meihuaquan i tre tipi di Xingbu (spostamenti) e i Bafangbu (passi nelle otto direzioni). Esistono sequenze che sono eseguite in cinque linee (lu) o parti (duan), così come ne esistono in sei linee, in otto, in nove. Le cinque linee le ritroviamo a Taiwan.

4 - Più che un lignaggio dei genitori, per molti autori è legato al fatto che il legame che legava maestro ed allievo era ed è come quello che lega padre e figlio. Addirittura fino al 1800 era vietato insegnare al proprio figlio lo stile. Questo nome ha poi dato adito ad alcune storpiature come Fuzi 夫子, cioè Discepolo Confuciano, utilizzato nell’area di Heze. Allo stesso modo penso che Wuzi 武子(Sun Wuzi) utilizzato per indicare una nota ramificazione dello stile possa avere questa valenza. Ma potrebbe anche darsi il contrario, cioè che Padre-Figlio sia una storpiatura di uno dei suoni appena descritti.

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